Kyiv è avvolta in una nebbia grigia e umida che non la lascerà per tutto il mio soggiorno nella città. Copre il grande fiume che la percorre e i suoi parchi smisurati, rende indistinguibili i contorni dei palazzi, anche delle persone. Sembra la rappresentazione concreta dell’Ucraina di oggi, avvolta nell’incertezza della situazione politica e militare e nel timore dell’affievolirsi del sostegno di amici e alleati. In questa atmosfera anche la sirena dell’allarme aereo suona stracca, poco convincente.
Sono di nuovo a Kyiv con EUcraina per rappresentare la solidarietà italiana e trentina.
L’Italia ha aperto da poco a Kyiv l’ufficio dell’Agenzia per la Cooperazione e Sviluppo per sostenere da vicino la ricostruzione dell’Ucraina e il suo cammino verso l’Unione Europea. Incontriamo il suo dinamico direttore, Pietro Pipi, assieme all’Ambasciatore Pier Francesco Zazo, molto amato qui per il suo impegno per gli ucraini. Ci presentiamo assieme a due associazioni ucraine, il ‘Centro di Azione Anticorruzione’ (ANTAC) e ‘Manifesto di Pace’, organizzazione di Odessa che aiuta i difensori e gli abitanti nelle zone di guerra. Sono con me Vitaliy, presidente di ANTAC, coraggioso attivista ora volontario nell’esercito, e Daria, la direttrice; non hanno esitato a denunciare la corruzione e le frodi anche al ministero della difesa e si battono per il sostegno degli alleati alla difesa e alla ricostruzione dell’Ucraina. La loro ultima campagna è “Fate pagare la Russia” per utilizzare le risorse sequestrate nei nostri Paesi alle entità russe sanzionate per finanziare la ricostruzione di ciò che la Russia ha distrutto in Ucraina. Georgiy di ‘Manifesto di Pace’ ha viaggiato di notte da Odessa per partecipare all’incontro. Non è un attivista, non fa lavoro politico, è un uomo pratico, un imprenditore che con la sua associazione raccoglie anche fuori dall’Ucraina materiale di ogni genere, veicoli, cibo, medicinali e con rischiose missioni li porta ai difensori e ai civili che vivono sulla linea del fronte e nelle zone liberate dall’occupazione.
All’incontro, una piacevole sorpresa: l’Ambasciatore è accompagnato dal nuovo Console italiano a Kyiv, il giovane diplomatico trentino Stefano Moser, di Zambana. Ha tanta voglia di fare, ci capiamo subito.
L’incontro, cordiale e appassionato, dura l’intera mattina. Si parla della legislazione anticorruzione, delle riforme in corso e dei tentativi di bloccarle, degli aiuti necessari, del lavoro delle associazioni ucraine e di quelle italiane, dei timori e delle aspettative degli ucraini in guerra. Alcune cose risultano chiare a tutti: la lotta per lo stato di diritto e per eradicare la corruzione è parte integrante e necessaria della strategia per lo sviluppo dell’Ucraina e per la sua adesione all’Unione Europea e l’Italia ha l’esperienza e le capacità per aiutare l’Ucraina in questo più di molti altri Paesi. Le associazioni di volontari e gli attivisti forniscono un contributo indispensabile per la consapevolezza pubblica, per la scoperta dei corrotti e per l’attuazione delle riforme. Lo stesso per il lavoro di sostegno e di assistenza nelle zone di guerra; la rete delle associazioni sa provvedere alle necessità in maniera diretta, capillare, con un’efficienza sconosciuta all’amministrazione pubblica ucraina. La collaborazione tra associazioni di volontari, italiane e ucraine, e le istituzioni italiane e ucraine può fornire i migliori risultati. Questa è anche la linea di lavoro dell’Agenzia per lo Sviluppo italiana, dove poi ci incontreremo sugli stessi temi anche con i responsabili dell’UNDP, l’agenzia dell’ONU per il sostegno allo sviluppo. EUcraina è orgogliosa di poter essere il catalizzatore di queste energie ed esperienze. Dopo l’incontro rimaniamo assieme per discutere i progetti di assistenza e di sviluppo cui potremo assieme contribuire. Gli amici ucraini hanno saputo dai social che sabato a Trento faremo una manifestazione di solidarietà. Ne sono commossi, si sentono meno soli. Mi vogliono dare qualcosa da portare alla manifestazione, un segno della loro partecipazione. Quando ci lasciamo anche la nebbia di Kyiv sembra meno densa. Un buon auspicio anche per il viaggio di domani nel Donetsk.
[da l’Adige – 20 febbraio 2024]