L’EMERGENZA ENERGETICA IN UCRAINA

L’inverno ucraino

Negli ultimi mesi la Federazione Russa ha concentrato i bombardamenti con aerei, missili e droni sulle centrali termoelettriche e idroelettriche dell’Ucraina. Le centrali che davano energia a grandi città come Kyiv e Kharkiv sono state annientate. La grande diga sul Dnipro di Nova Kachova è stata distrutta già lo scorso anno. Si calcola che più del 90% della produzione non nucleare sia stato annullato. L’energia nucleare, che prima dell’invasione copriva circa il 50% del fabbisogno, è quasi dimezzata dopo che i russi si sono appropriati della centrale di Zaporizhzhya e quella restante è nel mirino dei bombardieri russi. In Ucraina ora manca quasi il 70% della energia elettrica prodotta prima dell’invasione. Bombardamenti a cadenza giornaliera prendono ora di mira le centrali che gli ucraini tentano di riparare e gli snodi di distribuzione dell’energia. In questo modo, anche gli sforzi di ripristinare una qualche normalità del servizio elettrico con nuovi punti di generazione e un aumento delle importazioni rischiano di essere in gran parte vanificati.  

Le autorità concentrano i loro sforzi nel garantire continuità di energia ai sistemi vitali: distribuzione dell’acqua e sistemi igienici; trasporto pubblico; reti di telecomunicazione; teleriscaldamento; sistema produttivo essenziale. Oggi nella maggioranza delle regioni vi sono interruzioni dalle 12 alle 24 ore nell’erogazione di energia alle utenze private. I disagi non sono pochi: ascensori che non funzionano, buio, apparecchi elettrici senza vita. Gli ucraini resistono, si adattano e cercano di ovviare come possono agli inconvenienti nella vita quotidiana. Non cedono al ricatto di Putin che punta a vincere la guerra di invasione piegandone la capacità di resistenza, rendendo loro la vita semplicemente impossibile. 

La situazione più difficile è per le persone più deboli economicamente e socialmente, che non hanno gli strumenti per difendersi e per le piccole comunità nelle zone periferiche: scuole, istituti per bambini o anziani, centri di comunità nei piccoli villaggi. La mancanza di energia elettrica lì significa fine della possibilità di operare; chiusura delle attività, fine della possibilità di aiuto a persone più deboli, fine della vita sociale. 

La situazione, già grave, rischia di divenire drammatica se non catastrofica con l’inverno alle porte. L’oscurità per la maggior parte della giornata rende difficile se non impossibile le attività pubbliche, come le scuole o le attività mediche e ospedaliere, se non con l’aiuto di generatori di emergenza. Ma è soprattutto la minaccia del gelo che preoccupa. Tutte le città ucraine sono servite da impianti di teleriscaldamento che portano l’acqua calda direttamente nelle abitazioni. Se l’impianto di generazione si ferma per mancanza di energia, tutta la città rimane senza riscaldamento e acqua calda. Se l’interruzione durasse più di una o due giornate in condizioni di freddo intenso, l’acqua gelerebbe nei tubi rendendoli inservibili. Intere città diverrebbero invivibili, milioni di famiglie sarebbero costrette a trovare rifugio all’estero. A questo che punta Putin, per ottenere così quello che con la sua potenza militare non è riuscito a avere: la capitolazione e la fine dell’Ucraina come Paese indipendente. 

L’Ucraina, con l’aiuto europeo, si sta attrezzando per evitare lo scenario catastrofico e grandi generatori vengono forniti e installati in luoghi protetti. Si tratta sempre di soluzioni tampone, per una sola installazione, un ospedale, un edificio pubblico; e precarie, fino al prossimo bombardamento mirato. Le cose possono cambiare se gli aerei e i missili russi venissero fermati prima dei loro attacchi su tutto il territorio ucraino, dotando gli ucraini di difese antiaeree e colpendo gli aerei e i missili russi nelle loro basi o negli arsenali. Ma a questo non siamo arrivati. Le minacce di Putin riescono ancora a trattenere gli alleati dell’Ucraina.

Cosa possiamo fare

Quello che sta avvenendo sotto i nostri occhi e sulla porta di casa non ci può lasciare indifferenti. Anche per il nostro interesse. Se non possiamo noi cittadini fermare l’aggressione, possiamo fare molto per consentire alle piccole comunità ucraine di continuare a vivere, a dispetto di chi vorrebbe privarle della luce e del caldo. Uno o due buoni generatori di energia possono consentire ai bambini di un villaggio di continuare a andare a scuola; a un orfanatrofio di non dover chiudere la sua attività; a un ambulatorio di continuare a operare; agli anziani di un quartiere o di un villaggio di ritrovarsi nel centro sociale; a uno scantinato di divenire un rifugio dove le famiglie durante i blackout e gli allarmi aerei possono portare i loro bambini e farsi coraggio in luoghi illuminati e riscaldati. 

EUcraina odv, l’associazione trentina di volontari che dall’invasione aiuta il popolo ucraino che resiste, lancia l’azione ‘Emergenza Inverno in Ucraina’ per far sì che l’inverno non diventi un inferno per gli ucraini. Con i fondi raccolti dai donatori intende portare in Ucraina almeno una dozzina di generatori e batterie per consentire ad altrettante scuole e comunità di avere luce e calore nell’inverno. Assieme ad essi, fornirà in Ucraina materiale medico di primo soccorso, per salvare la vita dei tanti feriti dai bombardamenti. Volontari di EUcraina accompagneranno il materiale in Ucraina e ne cureranno la distribuzione assieme all’associazione partner ‘Manifesto di Pace’ di Odessa. Porteranno così non solo l’aiuto materiale ma anche, con la loro presenza, la solidarietà dei donatori che avranno reso possibile l’aiuto.

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